ITALIA. Da Pio a Bruni a Massimo Gotta e Mauro Piemonte, al mitico giornalista Luigi Gianoli fino al sergente Ferruccio Faré e l’eroico cavallo Albino, il baio maremmano ferito a fine battaglia di Isbuscenskij, Rinaldo Innocenzi ci regala un viaggio attraverso la storia

La recentissima dipartita di Pio Bruni, ultimo superstite degli eroi di Isbuscenskij (Russia sul fiume Don), mi ha fatto ricordare quei protagonisti di questo storico evento che ho avuto l’onore di poter conoscere grazie alla mia lunga frequentazione sugli ippodromi. Appunto Pio Bruni che, oltre nella vita civile, abbiamo veduto ad altissimo livello anche in campo ippico dove ha sempre esercitato la sua grande competenza con l’Unire, gli Steeple Chases, la Trenno e la Sire, oltre alla pluriennale militanza vittoriosa come proprietario e allevatore, sia in piano che in ostacoli, con la sua razza di Vedano di cui ricordiamo cavalli come Dir El Gobi, Veio e Adamello; cosa importantissima, nonostante i suoi 101 anni, presente sino a poco tempo fa alle premiazioni sul palco di San Siro. Proseguo con Massimo Gotta, figlio del famoso scrittore Salvator (l’autore del Piccolo Alpino e della Damigella di Bard) vice presidente degli Steeple e per lunghi anni commissario sugli ippodromi del nord Italia e con il quale collaborai, su mandato del generale Argenton, purtroppo invano negli anni novanta per tentare la riapertura del Mirabello di Monza. Conservava sempre la foto del suo cavallo Palù morto dissanguato a fine della suddetta battaglia fra le linee nemiche. Passo poi a Mauro Piemonte tenente medico in Russia  e successivamente oncologo di fama mondiale il cui busto è posto all’ingresso degli ospedali civili di Brescia dove esercitò  per molti anni come primario; lo ricordiamo per la sua presenza in occasione di una grande rievocazione della Carica alla Santissima di Gussago. Segue poi uno dei più famosi giornalisti del secolo scorso che specie sulla Gazzetta dello Sport in più discipline sportive ci coinvolgeva con i suoi articoli : è Luigi Gianoli autore di diverse pubblicazioni ippiche e immortalato nella foto di Savoia Cavalleria in Russia come alfiere dietro il comandante colonnello Alessandro Bettoni; quest’ultimo  bresciano, tra l’altro grande cavaliere da concorso ippico, che  morirà a Roma nel 1951 poche ore dopo aver partecipato al suo ultimo piazza di Siena. Chiudo con il caro e modesto sergente Ferruccio Faré che personalmente conobbi più da vicino quando esercitava a fine anni ottanta il suo incarico di giudice del peso presso l’ippodromo Romanengo di Novi Ligure. Cinque persone che ricordo con deferente rispetto e ammirazione  ritenendomi onorato di averli conosciuti grazie alla comune passione per i cavalli. A proposito di protagonisti posso dire di averne conosciuto uno anche equino : si tratta del cavallo Albino che, morto il suo cavaliere sergente Fantini, fu recuperato ferito a fine battaglia di Isbuscenskij; al ritorno in Italia venne scartato dal servizio e poi venduto ad un contadino finì fra le stanghe di un carretto. Riconosciuto nel 1946 dal vecchio comandante del suo  ex squadrone De Leone, anche per le ferite che aveva sui fianchi, fu riacquistato dal reggimento e riportato con i massimi onori in una stalla della caserma davanti all’ippodromo di Maia a Merano dove ebbi occasione di vederlo; morirà di vecchiaia e ormai cieco all’età di 28 anni.  Il suo corpo imbalsamato si trovava nel museo di Savoia Cavalleria a Grosseto.

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