FRANCIA. Arcadio Vangelisti, Davide Satalia e Giada Menato, credere nella bellezza dei propri sogni. Straordinario il risultato ottenuto dal team con il terzo posto di Saint Turgeon nel Renaud du Vivier

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. Nella vita, come nelle manifestazioni sportive, per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo metterci molta costanza, impegno e fatica, quindi tanta motivazione e capacità decisionali, oltre a non arrenderci mai davanti agli ostacoli che incontriamo. Spesso, la differenza tra chi arriva al traguardo e chi no si trova proprio nel livello di determinazione dettato da uno stato mentale, il cui allenamento vale come per il resto del nostro corpo. La passione è quella che ti spinge verso mete meravigliose, quella che incarna perfettamente un uomo come Arcadio Vangelisti, 58 anni, un ippofilo dei cavalli e delle corse in ostacoli che nella domenica appena trascorsa, coadiuvato magistralmente da Davide Satalia e Giada Menato, è riuscito a conquistare un clamoroso risultato grazie alla splendida performance di Saint Turgeon, giunto terzo in una delle prove più importati di Francia, il Prix Renaud du Vivier Grand Course de Haies de 4 ans. Un sogno che si avvera per il notaio in attività nella sua ridente e green Trento; Arcadio è stato stato cavaliere di salto ostacoli, il punto di partenza che gli ha permesso di approdare alle corse dei cavalli ed aprire una nuova finestra sul mondo ippico, tanto da arrivare a vincere gare molto importanti come la Gran Siepi di Merano, ricordiamo il successo di Frolon nel 2013 interpretato da Raffaele Romano, oltre ad avere altri importanti cavalli a scuderia sotto l’impulso di Paolo Favero con i colori della scuderia Australia. La bella avventura fra Satalia Jr e Vangelisti è iniziata nel 2014 con l’acquisto del loro primo cavallo Kauto Sweety vincitore a Merano, occasione che ha dato il via e creato un sodalizio attualmente molto forte che è poi sfociato in una grande amicizia ed un rapporto leale con l’interesse comune per la Francia. La scelta di lasciare l’Italia così come per altri professionisti del settore, è stata dettata dalle varie problematiche che a tutt’oggi affliggono il nostro panorama National Hunt, da qui in poi un percorso assai soddisfacente fino ai primi risultati di prestigio come il successo conquistato da Nurmi e Davide Satalia lo scorso anno nella 48 ore de La Haye Jousselin ad Auteuil, quello di First Daum e per ultimo Saint Turgeon. Arcadio non ha mai avuto molti cavalli a scuderia, massimo 4 o 5, la sua è una vera e propria predilezione e nel tempo ha iniziato ha maturato un’ottima conoscenza della forma francese, immagazzinando quell’esperienza necessaria che lo ha portato ad essere erudito nella materia. Le sconfitte, sono sempre costruttive e ti aiutano a capire dove si deve migliorare, un massima che ha da sempre accompagnato Vangelisti, filosofia che con un pizzico di fortuna ha portato un portacolori italiano a piazzarsi in una prova di gruppo uno. Il tutto grazie ad un cavallo con una storia che ha delle sfumature anche romantiche, quattro anni che Satalia, Vangelisti e Giada Menato hanno comprato in completa sinergia alle aste due anni fa ancora puledro, una sorta di brutto anatroccolo che diverrà poi un cigno. Pagato 10 mila euro ad un asta molto selezionata, il cavallo camminava perfettamente pur presentato non bellissimo all’occhio nonostante la griffe di un team molto rispettato, situazione che aveva portato tutti i potenziali acquirenti a scansare questo figlio di Turgeon. Arcadio lo richiese senza nessuna esitazione, un puledro ancora da domare che ha poi debuttato a 4 anni, che in appena pochi mesi di attività agonistica è arrivato alla prima categoria. Dopo l’esordio, Davide Satalia e Giada Menato hanno capito che il castrone aveva bisogno di maturare, e che le impressioni del mattino si sarebbero poi tramutate sul campo in maniera positiva. Nonostante il lockdown Saint Turgeon è riuscito ad approdare all’obiettivo stagionale con i giusti requisiti, seppur un dubbio attanagliasse lo stesso Davide che lo avrebbe poi interpretato in corsa: correre per provare a strappare un buon piazzamento o provare addirittura a vincere? Immaginiamo la risposta di Vangelisti! Il risultato è la conferma che il cavallo ha corso cercando il massimo risultato. Chapeau!

(Nella foto il team di Saint Turgeon, a sinistra Arcadio Vangelisti)

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