Italia. Da Monza a Novi Ligure, Rinaldo Innocenzi ci racconta il glorioso percorso del Romanengo, dal trotto di Tornese e Brighenti, alla nascita di grandi campioni in ostacoli come Raffaele Romano, dalle imprese di Cereus e Jubiler al fenomenale anglo arabo Uranio

La bresciana Oldama in una domenica di metà marzo 1988, sotto il patrocinio e con premi degli Steeple, promosse una giornata autorizzata al parco del Mirabello di Monza con 2 in piano e 2 in ostacoli; le vecchie tribune chiuse e non più agibili, le piste senza recinzione e quello che rimaneva degli ostacoli ripristinato alla buona. Nonostante tutto ciò una folla valutata intorno alle 10.000 persone si riversò nell’area dell’ex ippodromo, dismesso dalla Sire nel 1976, fra i commenti entusiasti della stampa presente fra cui Luigi Gianoli e Mario Fossati. Qualche mese dopo l’Oldama sempre sotto l’egida degli Steeple organizzò due convegni autorizzati con premi a Novi Ligure presso il vecchio trotter del Romanengo, ippodromo che era stato in funzione dal dopoguerra e sino alla fine degli anni settanta con il record della pista che apparteneva addirittura al leggendario Tornese guidato da Sergio Brighenti. Grazie al consiglio e all’intuizione del padre di Fabrizio Negrisolo, l’ippodromo fu preso in esame per stendere un programma di corse e nei primi mesi del 1989 l’Oldama prese in affitto il Romanengo e all’interno della vecchia pista in sabbia predispose dei percorsi in ostacoli; nel luglio si disputò la prima riunione articolata su 4 giornate con giuoco al tot , riconosciuta e con premi degli Steeple e dell’Unire. Il cartellone prevedeva corse in piano per G.R. e ostacoli e, primo nel nord Italia, programmava anche prove per arabi e anglo-arabi. La prima giornata vide quasi 1000 spettatori paganti e riscosse buon successo tra le piccole scuderie partecipanti e provenienti dal centro-nord Italia. Il primo nucleo di soci dell’Oldama era bresciano, nella quasi totalità già proprietari di galoppo, fra cui Maffezzoni (primo presidente), Innocenzi, Bonomi, Cadei, Mosca e Romano (il padre di Raffaele). Nel 1991 entrò un forte gruppo lombardo capeggiato da Annibale Brivio Sforza (secondo presidente), Curti, Radice Fossati, Gabrio Visconti, D’Urso, Baggi e Merati Foscarini tutti con già alle spalle delle grosse tradizioni ippiche. Nell’ultima stagione disputata 2003 si erano effettuate 12 riunioni pomeridiane nei mesi di giugno, luglio e agosto nelle quali ebbe una media scommesse di 619.000 euro pro die. Poi dopo la prima giornata del 2004 l’impianto fu chiuso dall’allora segretario Panzironi per presunte e speciose carenze tecniche. Le scuderie che in questi 15 anni avevano le più diverse provenienze: tra i più numerosi il gruppo torinese con Guadagnino, Gambarota, Grassini, Chimienti, Serrau e quello bergamasco con Aldo Locatelli e i Rota mentre era anche fedele il gruppo veneto. Nutrita era anche la presenza sarda nelle prove rette dall’Enci con soggetti di Antonio Efisio Pinna, Giovanna Picconi e allenatori come i Muroni, Cabitza, Columbu. Gli Steeple nelle persone del gen. Argenton e il dott. Loccatelli avevano visto nel Romanengo la palestra ideale per i cavalieri d’ostacoli, cosa che puntualmente si avvererà nel futuro. Il parterre dell’impianto novese sin dal principio venne frequentato da vecchie glorie dell’ostacolismo  poi diventate assidue: Davide Murray, Guido Zibellini, Carlo Ferrari, Nello Coccia, Vittorio Sarti, Mario Ciciarelli, Sandro Mattei (poi anche starter) e il leader dei trainer Franco Contu; tutti che erano sempre prodighi di consigli verso i giovani alle prime esperienze in pista e anche con qualche tiratina di orecchi. In questa tranquilla atmosfera si formò quella generazione di cavalieri d’ostacoli che è stata per un quarto di secolo la linfa umana vitale per la specialità: Raffaele Romano, Luca Demaria, quest’ultimo avvicinatosi a Novi Ligure dopo aver iniziato il suo percorso con gli arabi del Dott. Aragno, tutt’oggi giudice internazionale, Giuliano e Marco Rota, Fabrizio Agazzi 175 corse vinte in ostacoli) Marco Damiani che nel 94 vinse il Nazione con l’ottimo Prince Gallery, Andrea Renzi, Massimo Bresolin, Walter Gambarota, Franco Fiorillo, Valeria Toccolini, Daniele Tonelli, Fabio Locatelli ecc. Purtroppo il passare degli anni, il lavoro e qualche incidente hanno costretto al ritiro alcuni di loro che però ancor oggi troviamo attivi protagonisti nelle vesti di allenatori e proprietari. Questa è stata la favola dei 15 anni di attività di Novi Ligure nei quali era facile incontrare in quel piccolo impianto fra gli altri Il prefetto di Alessandria, Faustino Coppi, l’arbitro Farina, Dan Pederson, Luigi Turner, Ludovica Albertoni, il principe Giovannelli, Cesare Cadeo e 2 eroi del palio di Siena Leonardo Viti (Canapino) e Luigi Bruschelli (Trecciolino). Fra i cavalli più importanti che hanno galoppato e saltato sul percorso del Romanengo, ricordiamo il mezzosangue Uranio di proprietà di Antonio Pinna, due saltatori provetti di Novi Ligure come Jubiler per Ezio Nisoli e Cereus, laureati sui 4000 metri del mini Gp di Novi del Carica di Isbuscenskij, entrambi vittoriosi nello stesso anno nientemeno che nel Nazioni con Raffaele Romano in sella, Dynamit altro grande protagonista del Romanengo, Ducat (Beccaris – Santucho), fino a proprietari come Elia Tanghetti e Orfeo Bottura e la moglie che con Alpha Two hanno vinto ben due Gran Premi a Merano.

(Nella foto la tribuna abbondonata del Romanengo)

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