ITALIA. La splendida parabola sportiva della famiglia Romano raccontata da ‘Spegasso’ dal capostipite Renato ottimo pugilatore, ai figli Remo e Raffaele fino ad arrivare alla nipote Giulia, attesa come i suoi consanguinei al battesimo della pista

Con il recente record di 800 vittorie in ostacoli di Raffaele Romano, è giunta per ora alla punta massima la parabola sportiva della famiglia Romano iniziata ormai cinquanta anni fa dal padre Renato. Ottimo pugilatore degli anni settanta sui ring nazionali ed europei (si ricorda un suo combattimento a Parigi contro Bouttier della scuderia Delon) fu poi preso dalla passione ippica per il trotto cimentandosi sugli impianti minori come Soresina, Leno, Campagnole con un cavallo di nome Brunico, derbywinner con Sergio Brighenti – scuderia Reda, che da anziano era stato scartato per l’allevamento. Passato poi al galoppo a Gussago, ippodromo autorizzato, fece i colori presso gli Steeple Chases di cui divenne in seguito anche socio. Il suo primo portacolori che si distinse, fu Corsaro Nero che finì strettissimo secondo in un Duca d’Aosta a Treviso; acquistò poi alle aste di Settimo dalla razza Ticino Pian della Regina, una figlia di Oats capolista degli stalloni per saltatori nel regno unito. La femmina affidata a Nello Coccia conseguì la prima vittoria per i colori di casa (giubba a striscie bianco-nere) al S.Artemio di Treviso. In seguito con l’amico Orfeo Bottura si rivolse al mercato polacco acquistando il sauro Magnez che a 4 anni fu tra i migliori steepler, piazzandosi sia nel Vanoni che nel Richard e partecipando anche al Merano; proseguirà una buona carriera da anziano prima di essere venduto come stallone per i mezzosangue. Renato passò poi i colori al figlio primogenito Remo che ancora oggi vediamo spesso attivi e vittoriosi in pista ; il suo Boris vinse a Roma anni fa la corsa per i maschi debuttanti per poi confermarsi fra i migliori della generazione fin quando un banale incidente in corsa ne compromettesse definitivamente la carriera. Anche Remo fu per breve tempo promettente gentleman, prima che la statura e il peso lo costrinsero a smettere; la secondo genita Romina staccò la patente da amazzone per una brevissima carriera dopo il debutto a Novi Ligure. Il terzogenito è appunto Raffaele di cui ormai tutti conoscono la carriera da record come fantino e che sicuramente non ha ancora finito di stupirci ora nella duplice veste anche di trainer. Per non smentire il Dna di famiglia nella ultima generazione c’è Giulia, figlia di Remo, già valente cavallerizza che accudisce alla dorata pensione di Sharstar a Bedizzole e che sicuramente vedremo presto in pista sulle orme dei suoi consanguinei. Per ultima notizia ricordiamo che il capostipite Renato fu nel 1988 fra i soci bresciani che curarono la trasformazione e riapertura dell’ippodromo Romanengo di Novi Ligure, palestra in cui si formarono in 15 anni di attività tanti cavalieri di valore in ostacoli (oltre a Raffaele) come Giuliano e Marco Rota, Fabrizio Agazzi, Marco Damiani, Luca Demaria, Andrea Renzi, Walter Gambarota, Franco Fiorillo, Svezio Dall’Antonia e parecchi altri gr che hanno calcato con successo le piste italiane.

(Nella foto Raffaele Romano)

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